venerdì 18 dicembre 2009

Conferenza di Robert Peroni a Lerici

Domenica 20 dicembre, alle ore 17, nella Sala Consiliare del Comune di Lerici (SP) in Piazza Bacigalupi 9 Robert Peroni terrà un breve statement sui problemi che in questo momento assillano gli Inuit di Ammassalik: caccia, divieto di esportazione delle pelli, campagna di Greenpeace ecc.

Robert Peroni si rese conto della drammaticità della situazione degli inuit di Ammassalik già agli inizi degli anni '90 e decise di dar vita a una fondazione: la Red House. Ma l'assistenzialismo non bastava, e così da centro sociale Red House si è trasformato in un progetto articolato che, puntando su di un turismo ecosostenibile, riesce a fornire una prospettiva economica a questo popolo.

L'articolo completo su www.mentelocale.it

sabato 12 dicembre 2009

Abissi di ghiaccio




A tutti i lettori di questo blog presento un breve video che ho girato nelle grotte del ghiacciaio del Bernina, per aiutarli a conoscere queste particolari e sconosciute meraviglie della natura...

lunedì 7 dicembre 2009

'Adotta una scuola' Progetto di Perigeo per la struttuta scolastica di Kofale (Etiopia)

Adotta una scuola”, è il Progetto con cui l'Associazione PERIGEO Onlus intende garantire continuità e funzionalità alla struttura scolastica di Kofale (Etiopia), che ad oggi ospita circa 350 bambini, dalla materna alle medie inferiori.


(La struttura scolastica)

Il progetto ha lo scopo di sostenere economicamente la struttura, partecipando alle spese di gestione che comprendono i salari per 14 insegnanti e per 2 aiuto maestri, la retribuzione dei giardinieri che curano il parco adiacente alla struttura, i guardiani, i bidelli, le spese di formazione, le forniture di servizi, il materiale didattico necessario per le lezioni, le spese per il refettorio e la manutenzione ordinaria.

Il progetto è di vitale importanza per assicurare un’istruzione ai bambini che frequentano la scuola, dal momento che le autorità istituzionali non sostengono la struttura e tutte le spese ricadono sulla missione di Kofale, che ha la gestione della scuola.

Al fine di garantire una sicura continuità alla struttura, è necessario che al Progetto aderiscano enti, istituzioni o privati che possano assicurare un contributo costante e durevole nel tempo, sottoscrivendo un impegno minimo annuale di 120,00 euro, che sarà consegnato interamente al missionario Padre Angelo Antolini.

È auspicabile che l’impegno si rinnovi annualmente, proprio come in una vera e propria adozione, così da consentire alla scuola di funzionare regolarmente, a beneficio dei bambini che la frequentano.


Per informazioni inviare una mail a:

Associazione Perigeo Onlus
segreteria@perigeo.org


Fiera della Conoscenza (AQ) - Mostra fotografica 'Tra i ghiacci di Ammassalik'


Durante l' evento FIERA DELLA CONOSCENZA, organizzato a Coppito (AQ) nei giorni 10-11-12 dicembre 2009 dalla Confindustria, e che vede il coinvolgimento delle componenti produttive e istituzionali impegnate nella ricostruzione post-terremoto del territorio abruzzese, le associazioni EX.PLORA.NUNAAT e PERIGEO ONLUS saranno presenti con la mostra fotografica

'Tra i ghiacci di Ammassalik'
la spedizione Saxum 2008 nella Groenlandia orientale

Popoli Artici e Subartici

LUCIANA VAGGE SACCOROTTI
Popoli Artici e Subartici

dalla penisola di Kola alla Čukotka

E' stato pubblicato, a cura dell'Istituto Geografico Polare, lo studio che Luciana Vagge Saccorotti ha condotto su 28 popoli nativi artici e subartici, dalla penisola di Kola nella Russia occidentale alla Cukotka in Siberia orientale, popoli che hanno sempre vissuto di caccia, pesca e allevamento delle renne.

Per ognuno di questi l'Autrice ha steso una completa relazione che comprende la lingua, la geografia, la storia, l’assetto sociale, le forme di habitat, l’alimentazione, le attività produttive, la tecnologia, la religione, le tradizioni, i miti ed i riti, lo sciamanesimo e il culto dell’orso.

La pubblicazione è disponibile presso il Centro di Documentazione del Circolo Polare, e il Bookshop dell' I.G.P.

sabato 5 dicembre 2009

Ammassalik: gli Inuit e la caccia

(a pesca nel fiordo di Sermilik, Groenlandia orientale)

Praticata da oltre mille anni in equilibrio armonico tra il proprio sostentamento e la sopravvivenza delle specie, quali foche, balene e orsi bianchi, la caccia per questa popolazione ha sempre rappresentato, specialmente quella alla foca, l'unico elemento di sussistenza possibile. Paul Victor, l'esploratore ed etnologo francese che ne studiò attentamente lo stile di vita negli anni 1930, non a caso definì la loro Civiltà della foca.

La caccia è l'elemento centrale della cultura Inuit, essenzialmente un atto sociale con ben precise regole di spartizione del cacciato, a ricordare che l'animale ucciso non è di proprietà del cacciatore che lo ha colpito, ma un dono offerto dalla Natura a tutta la collettività. Per questo deve venire condotta con parsimonia, e ogni parte dell'animale ucciso utilizzata, sia per necessità materiale, ma soprattutto ad evitare che una vita sia stata spenta invano.

Intorno ad essa gravita tutta una serie di atti che non hanno nulla a che vedere con la caccia così come la intendiamo noi occidentali, cioè un arido insieme di tecniche atte a catturare la preda. Per gli Inuit la caccia è un'attività che, in funzione della manifestazione sacrale che rappresenta, deve svolgersi secondo regole ben precise, e deve essere praticata solo da coloro che, mostrando rispetto verso il predato, riconoscono con umiltà la potenza superiore della Natura.

Da qui prende vita una serie di rituali che devono essere svolti prima e dopo l'uccisione dell'animale: allo squalo ucciso viene praticato un buco nella fronte per permettere all'anima di uscire e di liberarsi nell'immensità, mentre alla foca bisogna versare in bocca una manciata di acqua dolce. E, soprattutto, bisogna chiedere perdono all'animale per averlo ucciso, e occorre spiegargli le motivazioni che hanno portato a privarlo della vita, ponendogli ben chiara che è stata la necessità di averlo cibo per se, per la propria famiglia, per la collettività, ad imporne l'uccisione.

Solo così il sacrificio di una vita non sarà stato una inutile barbarie, ma avrà fatto parte di una necessità cosmica, e le forze della Natura, non incollerendosi per l'uccisione, consentiranno ancora a tutta la comunità di avere cacciagione per la sopravvivenza.

Ed è questo principio di reciprocità - il cacciatore che rispetta i frutti della Natura, e la Natura che in cambio del rispetto ricevuto premia il cacciatore concedendo nuovamente se stessa - che ha permeato tutta la cultura Inuit, permettendo a questa popolazione di sopravvivere alle carestie più terribili. Infatti ogni uomo sapeva che, se una volta esaurito il proprio cibo avesse bussato alla porta del vicino chiedendo aiuto, avrebbe potuto condividere con lui qualche boccone. Il che gli avrebbe garantito qualche giorno ancora di sopravvivenza, lasciandogli la speranza di un futuro più sereno.

Ideale, questo, impresso nelle culture delle popolazioni che vivono in ambienti difficili: è il principio della solidarietà e della condivisione, fondamentale per la sopravvivenza, che fra le popolazioni andine assume un carattere sacro, diventando l'Ayni, la condivisione di ciò che si possiede.

(Ande del Nord - preparazione delle tortillas)