sabato 13 dicembre 2008

Storie della Groenlandia. Uma: un Inuit di Angmagssalik

Questa storia viene da Nunakitsek, piccolo villaggio vicino a Sermiligaak. È stata narrata intorno agli anni '30 da un Inuit a Paul Emile Victor, esploratore ed etnologo francese che ha studiato gli inuit di Angmagssalik raccogliendone gli usi, i costumi, le tradizioni, le storie.
È stata tradotta dal francese dal volume La Civilisation du Phoque, e ridotta per queste pagine.

Il vecchio uomo si chiama Uma. Da molti anni è paralizzato ad entrambe le gambe, e si muove trascinandosi sulle mani.
I ricordi della sua vita sono tristi. Due dei suoi figli sono morti in kayak. Gli altri suoi tre bambini sono morti anche loro.
Un giorno, sopraffatto dalla disperazione e dal dolore per la propria vita, che vanno ad aggiungersi all'apprensione per la scarsità di cibo per tutti gli altri famigliari, decide di suicidarsi.
Dice: «Aiutatemi a vestirmi».
Lo aiutano a mettersi solo l'anorak, e l'unico pantalone che ancora possiede.
Quando è vestito, esce di casa trascinando dietro di sé le gambe paralizzate.
Tutti lo accompagnano. Tutti lo incoraggiano: «Rivedrai presto i tuoi familiari - gli dicono - Non avrai più fame nel Paese dei Morti». (Nel Paradiso inuit gli uomini vivono in buoni rapporti con gli animali, che si lasciano uccidere per permettere loro di mangiare).

Si muove carponi, trascinandosi dietro le gambe come dei pezzi di pelle di foca.
Fa molta fatica. Si ferma. È stanco. Prende fiato.
Riparte. Si ferma spesso.
Arriva infine sul bordo della piccola falesia che è sul bordo del mare. Qui getta il coltello da caccia del suo figlio primogenito Itimma nel mare.
Grida: «Vieni, Itimma, figlio mio. Vieni a prendere il tuo coltello. Arrivo!».
Dall'alto della falesia, con un disperato colpo di reni si getta nel mare.
L'acqua è fredda. Si dibatte. I suoi vestiti lo fanno galleggiare. La morte non arriva.
Sua figlia adottiva ha pietà di lui. Gli grida: «Metti la testa nell'acqua! Così durerà di meno!». Sente. Mette la testa nell'acqua.
Dei soprassalti lo scuotono. Della schiuma e delle bolle appaiono sull'acqua.
Non si muove più.
Il suo corpo galleggia portato dalla corrente.

Pubblicato su:
www.mentelocale.it

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