Domenica 20 dicembre, alle ore 17, nella Sala Consiliare del Comune di Lerici (SP) in Piazza Bacigalupi 9 Robert Peroni terrà un breve statement sui problemi che in questo momento assillano gli Inuit di Ammassalik: caccia, divieto di esportazione delle pelli, campagna di Greenpeace ecc.
venerdì 18 dicembre 2009
Conferenza di Robert Peroni a Lerici
sabato 12 dicembre 2009
Abissi di ghiaccio
lunedì 7 dicembre 2009
'Adotta una scuola' Progetto di Perigeo per la struttuta scolastica di Kofale (Etiopia)
“Adotta una scuola”, è il Progetto con cui l'Associazione PERIGEO Onlus intende garantire continuità e funzionalità alla struttura scolastica di Kofale (Etiopia), che ad oggi ospita circa 350 bambini, dalla materna alle medie inferiori.
(La struttura scolastica)
Il progetto ha lo scopo di sostenere economicamente la struttura, partecipando alle spese di gestione che comprendono i salari per 14 insegnanti e per 2 aiuto maestri, la retribuzione dei giardinieri che curano il parco adiacente alla struttura, i guardiani, i bidelli, le spese di formazione, le forniture di servizi, il materiale didattico necessario per le lezioni, le spese per il refettorio e la manutenzione ordinaria.
Il progetto è di vitale importanza per assicurare un’istruzione ai bambini che frequentano la scuola, dal momento che le autorità istituzionali non sostengono la struttura e tutte le spese ricadono sulla missione di Kofale, che ha la gestione della scuola.
Al fine di garantire una sicura continuità alla struttura, è necessario che al Progetto aderiscano enti, istituzioni o privati che possano assicurare un contributo costante e durevole nel tempo, sottoscrivendo un impegno minimo annuale di 120,00 euro, che sarà consegnato interamente al missionario Padre Angelo Antolini.
È auspicabile che l’impegno si rinnovi annualmente, proprio come in una vera e propria adozione, così da consentire alla scuola di funzionare regolarmente, a beneficio dei bambini che la frequentano.
Per informazioni inviare una mail a:
Associazione Perigeo Onlussegreteria@perigeo.org
Fiera della Conoscenza (AQ) - Mostra fotografica 'Tra i ghiacci di Ammassalik'
Durante l' evento FIERA DELLA CONOSCENZA, organizzato a Coppito (AQ) nei giorni 10-11-12 dicembre 2009 dalla Confindustria, e che vede il coinvolgimento delle componenti produttive e istituzionali impegnate nella ricostruzione post-terremoto del territorio abruzzese, le associazioni EX.PLORA.NUNAAT e PERIGEO ONLUS saranno presenti con la mostra fotografica
la spedizione Saxum 2008 nella Groenlandia orientale
Popoli Artici e Subartici
LUCIANA VAGGE SACCOROTTI
Popoli Artici e Subartici
dalla penisola di Kola alla Čukotka
E' stato pubblicato, a cura dell'Istituto Geografico Polare, lo studio che Luciana Vagge Saccorotti ha condotto su 28 popoli nativi artici e subartici, dalla penisola di Kola nella Russia occidentale alla Cukotka in Siberia orientale, popoli che hanno sempre vissuto di caccia, pesca e allevamento delle renne.
Per ognuno di questi l'Autrice ha steso una completa relazione che comprende la lingua, la geografia, la storia, l’assetto sociale, le forme di habitat, l’alimentazione, le attività produttive, la tecnologia, la religione, le tradizioni, i miti ed i riti, lo sciamanesimo e il culto dell’orso.
La pubblicazione è disponibile presso il Centro di Documentazione del Circolo Polare, e il Bookshop dell' I.G.P.
sabato 5 dicembre 2009
Ammassalik: gli Inuit e la caccia
(a pesca nel fiordo di Sermilik, Groenlandia orientale)
Praticata da oltre mille anni in equilibrio armonico tra il proprio sostentamento e la sopravvivenza delle specie, quali foche, balene e orsi bianchi, la caccia per questa popolazione ha sempre rappresentato, specialmente quella alla foca, l'unico elemento di sussistenza possibile. Paul Victor, l'esploratore ed etnologo francese che ne studiò attentamente lo stile di vita negli anni 1930, non a caso definì la loro Civiltà della foca.
La caccia è l'elemento centrale della cultura Inuit, essenzialmente un atto sociale con ben precise regole di spartizione del cacciato, a ricordare che l'animale ucciso non è di proprietà del cacciatore che lo ha colpito, ma un dono offerto dalla Natura a tutta la collettività. Per questo deve venire condotta con parsimonia, e ogni parte dell'animale ucciso utilizzata, sia per necessità materiale, ma soprattutto ad evitare che una vita sia stata spenta invano.
Intorno ad essa gravita tutta una serie di atti che non hanno nulla a che vedere con la caccia così come la intendiamo noi occidentali, cioè un arido insieme di tecniche atte a catturare la preda. Per gli Inuit la caccia è un'attività che, in funzione della manifestazione sacrale che rappresenta, deve svolgersi secondo regole ben precise, e deve essere praticata solo da coloro che, mostrando rispetto verso il predato, riconoscono con umiltà la potenza superiore della Natura.
Da qui prende vita una serie di rituali che devono essere svolti prima e dopo l'uccisione dell'animale: allo squalo ucciso viene praticato un buco nella fronte per permettere all'anima di uscire e di liberarsi nell'immensità, mentre alla foca bisogna versare in bocca una manciata di acqua dolce. E, soprattutto, bisogna chiedere perdono all'animale per averlo ucciso, e occorre spiegargli le motivazioni che hanno portato a privarlo della vita, ponendogli ben chiara che è stata la necessità di averlo cibo per se, per la propria famiglia, per la collettività, ad imporne l'uccisione.
Solo così il sacrificio di una vita non sarà stato una inutile barbarie, ma avrà fatto parte di una necessità cosmica, e le forze della Natura, non incollerendosi per l'uccisione, consentiranno ancora a tutta la comunità di avere cacciagione per la sopravvivenza.
Ed è questo principio di reciprocità - il cacciatore che rispetta i frutti della Natura, e la Natura che in cambio del rispetto ricevuto premia il cacciatore concedendo nuovamente se stessa - che ha permeato tutta la cultura Inuit, permettendo a questa popolazione di sopravvivere alle carestie più terribili. Infatti ogni uomo sapeva che, se una volta esaurito il proprio cibo avesse bussato alla porta del vicino chiedendo aiuto, avrebbe potuto condividere con lui qualche boccone. Il che gli avrebbe garantito qualche giorno ancora di sopravvivenza, lasciandogli la speranza di un futuro più sereno.
Ideale, questo, impresso nelle culture delle popolazioni che vivono in ambienti difficili: è il principio della solidarietà e della condivisione, fondamentale per la sopravvivenza, che fra le popolazioni andine assume un carattere sacro, diventando l'Ayni, la condivisione di ciò che si possiede.
domenica 4 ottobre 2009
Aiutiamo gli inuit di Ammassalik
Sta iniziando a prendere corpo, contro le false informazioni che vengono diffuse nel mondo occidentale, una autonoma rete di informazione per difendere gli inuit di Ammassalik .
Prima fra tutte quella che sarebbero responsabili dello sterminio delle foche.
Gli inuit di Ammassalik, come gli abitanti di tutti i villaggi della Groenlandia, cacciano unicamente per il proprio sostentamento.
E neppure chi è in prima fila per la difesa dell'ambiente, contro la visenzione, contro ogni oltraggio fatto ad ogni animale, può negare che, quando la caccia è svolta senza arrecare sofferenze inutili all'animale che viene predato, se è svolta al solo scopo della propria sopravvivenza, possa essere accettabile e comunque lecita.
Se la caccia viene boicottata, la vendita delle pellicce derivanti da questa caccia impedita, per queste piccole popolazioni l'estinzione è sicura.
Abbiamo davanti a noi l'esperienza passata, dolorosa, dei nativi americani scomparsi sotto la preponderante pressione della colonizzazione europa.
Se gli inuit di questi piccoli villaggi scompariranno, fagocitati dalla cultura occidentale, con loro andrà ad estingersi una cultura che rappresenta un ingente patrimonio per tutta l'umanità.
Chi ne è conscio deve darne testimonianza.
sabato 3 ottobre 2009
giovedì 24 settembre 2009
Perigeo Onlus sulle orme di Tucci
L’Associazione Perigeo, inizia così in Nepal il progetto “Amici dal Mondo”.
La spedizione, guidata da Maurizio Serafini e Franco Borgani, ha il suo punto di partenza a Kathmandu, da dove proseguirà per Simikot, capoluogo della remota regione nord occidentale nepalese dell’Humla, ai confini con il Tibet.
Da Simikot avanzerà lungo la valle del Karnali, selvaggia e totalmente priva di strutture viarie.
Lo scambio dei disegni, un modo per aprire ai bambini finestre sui coetanei di altre parti del mondo grazie all’efficace e immediato metodo del disegno, opera in un ottica di scambio interculturale, utilizzando i disegni dei bambini per creare fra loro un canale di comunicazione.
Saranno raccolti disegni rappresentativi delle tipiche esperienze di vita quotidiana che verranno poi esposti in Italia e nei Paesi dove è attivo il progetto, finora scuole italiane, dell’Etiopia e della Groenlandia, ma presto anche i bambini Himalayani daranno il loro contributo.
Poi la carovana raggiungerà la frontiera con il Tibet, dove si snoderà gran parte del percorso sulle orme della famosa spedizione di Tucci del 1935.
Si raggiungeranno i luoghi sacri del lago Manasarovar e del Monte Kailash, e insieme ai pellegrini indù e buddisti, si ripartirà iper il mitico kora (anello) della montagna sacra.
mercoledì 23 settembre 2009
Museo Giacomo Bove - conferenza sulla spedizione del Dirigibile Italia
sabato 19 settembre 2009
Ancora Ammassalik
Esistono ancora nel mondo delle zone in cui da pochi anni è giunta la colonizzazione occidentale, ed ha iniziato ad eroderle nella loro essenza vitale. La regione di Ammassalik, nella Groenlandia orientale, è una di queste.
Un controsenso radicato nella nostra cultura.
Da Tasiilaq, Groenlandia orientale
Questo episodio mette in luce lo scollamento che esiste fra le posizioni degli ambientalisti e la realtà in cui vive la popolazione inuit della Groenlandia, per cui la caccia e la pesca rappresentano le uniche fonti di sussistenza.
Nella seconda metà del mese di agosto la Arctic Sunrise, la nave rompighiaccio di Greenpeace per gli studi ambientali nell'artico, si trovava nel fiordo di Sermilik per svolgere ricerche ambientali.
Secondo i rapporti degli inuit, i volontari di Greenpeace imbarcati su questa nave con un gommone di pattugliamento hanno varie volte girato intorno all’imbarcazione del cacciatore mettendo intenzionalmente in fuga le foche. In aggiunta, l'elicottero di Greenpeace ha volato più volte sulla barca con l'intenzione evidente di spaventarlo.
Il cacciatore a questo punto ha interrotto la caccia e, rientrato a Tinitequilaaq, ha denunciato l'episodio intimidatorio alla polizia di Tasiilaq (colloquio telefonico con il gestore della stazione Kristian Singertat datato 20-21.08.09).
Iris Menn, di Greenpeace, in risposta ha negato l'incidente attraverso il suo blog:
“La storia del cacciatore assediato è così paradossale e contro tutti i nostri principi, che mi sento di dire che è evidente che un tale incidente non è mai avvenuto.
Greenpeace non si è mai opposta alla caccia alle foche intesa come economia di sussistenza dei groenlandesi. Invece si è sempre dichiarata contro la caccia commerciale delle foche in Canada, dove ogni anno vengono uccisi circa 250.000 animali”.
Già negli anni '70 e '80 le campagne indifferenziate degli attivisti sui diritti dell'ambiente e degli animali sono costate care a molti cacciatori locali, in quanto venne loro tolta la base per la sopravvivenza.
Ora, il divieto votato dal Parlamento dell'Unione europea, che andrà in vigore a partire dal 2010, che proibisce in modo generale e indifferenziato il commercio delle pelli delle foche e dei prodotti derivati dalle loro parti, sta preoccupando non poco gli abitanti di Ammassalik.
Nonostante per i locali ci sia una deroga sulla caccia alla foca per mangiarne la carne, come faranno fronte – si chiedono - alle necessità economiche? La carne è il loro cibo – è vero - ma in che modo potranno guadagnare i soldi per acquistare vestiti, benzina, barche, energia elettrica? Con il divieto della vendita dei derivati ogni mezzo di sussistenza per loro è compromesso.
Ciò costituisce la paura attualmente in crescita.
Da quando nell’ultima settimana di agosto Artic Sunrise ha attraccato nel porto di Tasiilaq, i 1800 abitanti vivono la presenza di Greenpeace con preoccupazione. Neppure l’invito a bordo dei bambini della scuola del luogo ha potuto mitigare l’inquietudine dei locali.
Alcuni cacciatori si sono posti di fronte alla nave di Greenpeace con le loro piccole barche in segno di protesta. Erano cacciatori venuti dai villaggi di Tiniteqilaaq, Isortoq, Sermiligaaq, Kummiut.
I cacciatori si sono dibattuti a lungo se tacere o insorgere uniti e pubblicamente contro l'opinione imperante, altamente diffamatoria, secondo cui rappresenterebbero un pericolo per l'ambiente.
Infine la preoccupazione per le loro famiglie e i loro figli ha portato a chiedere una dichiarazione mondiale e pubblica nella quale venga affermato che la caccia che praticano da oltre mille anni si svolge in equilibrio tra il loro sostentamento e la sopravvivenza delle specie quali foche, balene e orsi bianchi, e vogliono far sapere al mondo che al solo fine di fabbricare un vestito non ucciderebbero mai un animale, che rappresenta per loro l'unica garanzia di vita.
Greenpeace è certamente la voce e la guida più autorevole nel contesto internazionale per la tutela dell'ambiente. Gli inuit si aspettano dunque da Greenpeace una valutazione differenziata tra la caccia che svolgono per vivere, e le attività di interesse puramente monetario, come la caccia alle balene e alle foche, svolta in Canada e in altri paesi.
“In caso contrario resta loro solo l'assistenza sociale. Una cultura vecchia di 40 mila anni morirà. Migliaia di persone moriranno indegnamente” dice tristemente Robert Peroni, che ha speso gli ultimi 25 anni della propria vita per aiutare gli inuit “Spesso li vedo passare la sera e dire: Non riesco a mangiare. Non posso più lavorare. Devo andarmene”.
... Dove ...?
domenica 6 settembre 2009
venerdì 4 settembre 2009
Addio Cerro Blanco?
Un interessante link sulla situazione del territorio e delle comunità amiche dove abbiamo condotto la Spedizione Ande del Nord.
Addio Cerro Blanco?
Invito tutti i visitatori di questo blog a leggerlo e a diffonderlo. Grazie.
lunedì 31 agosto 2009
Conferenza al Museo Giacomo Bove
sabato 29 agosto 2009
Conferenza Museo Giacomo Bove
domenica 23 agosto 2009
Groenlandia: una spedizione del 1962
lunedì 3 agosto 2009
Perigeo Onlus per i popoli dell'Etiopia
Montelago Celtic Night, il festival di musica celtica giunto ormai alla VII edizione, vede quest’anno la co-organizzazione dell’Associazione Perigeo Onlus.
La manifestazione di quest’anno sarà all’insegna dello slogan “Il popolo di Montelago per i popoli dell’Etiopia”, perché proprio il popolo di Montelago sarà chiamato a dare un segno tangibile di solidarietà nei confronti dei popoli etiopi.
In particolare, Montelago sarà l’occasione concreta per contribuire alla creazione del Centro Culturale Oromo, un istituto di recupero e conservazione della memoria tradizionale, da cui possano prendere avvio percorsi autoctoni di sviluppo e relazioni di interscambio culturale con l’Italia, nonché alla diffusione di una cultura dell’incontro, mediata dalla musica, favorendo il gemellaggio di eventi musicali interculturali, per l’organizzazione del primo concerto del popolo di Montelago in Etiopia.
L’appuntamento è
località Taverne di Serravalle di Chienti.
Accanto alla ormai tradizionale offerta di raffinata musica, che inizierà con il concerto di venerdì del cantante Hevia per poi proseguire nella notte del sabato con una rassegna di sofisticati artisti del panorama italiano ed internazionale, da non perdere l’incontro dibattito, a cura della Perigeo, che si terrà sabato alle 17.00 presso la tenda Tolkien e che vedrà gli interventi di:
Gianluca Frinchillucci – Tradizione e Sviluppo: i popoli indigeni nel Terzo Millennio.
Cesare Catà – L’Hobbit con l’anima di un Elfo. Per un ritratti spirituale di Frodo del Signore degli Anelli.
Mario Polia – La legge della giungla o la legge dell’anima? Possibilità di incontro tra culture diverse.
Il progetto “Il popolo di Montelago per l’Etiopia” verrà presentato venerdì alle 19.00.
Nel corso di tutta la manifestazione Perigeo sarà presente con i suoi volontari, che daranno informazioni sulle attività dell’associazione e sul progetto Etiopia:Tradizione e Sviluppo e allestiranno uno stand con oggetti di artigianato etiope e con materiale tolkeniano.
venerdì 31 luglio 2009
Ricordando Franco
Domenica 26 luglio, per desiderio della moglie Vittoria, la figlia Martina e il figlio Davide, amici e componenti della Spedizione Saxum 2008 sono saliti sull'Anticima della vetta occidentale del Corno Grande al Gran Sasso, alla quota 2860 là dove, il 10 novembre 2008 l'amico Franco Varrassi è caduto, e hanno depositato una targa.
Sulla targa vi è inciso : "Vola libero e felice in un cielo senza fine..."
Io così lo ricordo, e questa immagine mi è cara.
Amanda Castello e il suo viaggio in Groenlandia
Questa bellissima foto di bimba inuit, e molte altre, potete trovarle nel blog di Amanda Castello, grande divulgatrice delle bellezze e dei problemi dell'Artico e della sua popolazione.
In questi giorni Amanda è tornata da un meraviglioso viaggio in veliero lungo la costa occidentale della Groenlandia, e racconta il suo viaggio con grande passione e amore verso quella terra e i suoi abitanti.
sabato 25 luglio 2009
Ande del Nord: terminata la prima missione
La prima missione del Progetto “Ande del Nord: Uomo e Ambiente” è terminata.
Ha lasciato un grande bagaglio di ricordi, e ha lanciato nuovi progetti umani ed esplorativi.
Tra le scoperte più importanti realizzate nel corso di questa missione, alcune incisioni che ho rinvenuto a piu’ di 3500 m di quota. Queste incisioni, sulle rive di un lago serrato fra scoscese montagne andine, vanno inequivocabilmente a dimostrare la funzione sacra che ricopriva in epoche passate, probabilmente Inca.
Del lago abbiamo effettuato topografia e rilievo batimetrico. Gianluca Frinchillucci e Pierluigi Intini hanno effettuato prelievi di limo dal fondale. Dal punto di vista prettamente sportivo, l'immersione rappresenta un primato, essendo la prima realizzata in una delle lagune sacre di Huancabamba, ed una delle poche al mondo a quota così elevata.
A ridosso delle montagne che circondano questo Lago sono stati rinvenuti i resti di un villaggio di epoca precolombiana, probabilmente il mitico Chicuate, di cui se ne erano perse le tracce da centinaia di anni.
Secondo la leggenda, Chicuate, fiorente centro Inca, per difendere i propri tesori e i propri abitanti dai conquistatori spagnoli si inabissò in un Lagro sacro, dove continua tutt'oggi a vivere protetta da ogni male e da ogni contaminazione.
I rinvenimenti archeologici effettuati sono di grande importanza per la politica del territorio. Infatti nella provincia di Huancabamba si sta effettuando una dura opposizione all'apertura di una miniera, che provocherebbe forti danni all'ambiente e alla falda acquifera, unica risorsa idrica per una enorme parte del territorio piurano.
La prova dell'esistenza di importanti resti archeologici e l'evidente, quindi, importanza turistica e culturale della regione attiverebbe l'articolo della costituzione peruviana che inpedisce l'apertura di miniere e di centri industriali in siti di interesse archeologico e turistico.
In subordine, durante la missione sono stati stretti fra l'associazione Perigeo e il comune di Huancabamba accordi per la cura, la gestione e l'ampliamento del locale museo archeologico, che contiene importanti testimonianze della vita precolombiana nella regione, e un protocollo con la Defensa Civil (corrispettivo della nostra Protezione Civile) che prevede una collaborazione per la preparazione tecnica degli operatori, che verrà svolta in occasione di future missioni tramite anche l'insegnamento delle tecniche di movimento su corda tipiche della speleologia.
Non è da dimenticare che Huancabamba è chiamata 'la città che cammina', trovandosi al centro di una grande faglia che sta sconvolgendo l'intero abitato trascinando a valle, e distruggendo gradatamente, gran parte delle abitazioni.
martedì 23 giugno 2009
Ande del Nord: iniziano le esplorazioni
Ogniqualvolta sarà possibile invierò notizie sullo svolgimento della spedizione.
A presto.
mercoledì 17 giugno 2009
Nuovo comunicato della Spedizione Ande del Nord impegnata in Amazzonia
Riporto un nuovo comunicato che perviene dall'Amazzonia da parte degli amici che mi hanno preceduto in missione con la Spedizione Ande del Nord.
A Bagua tra il 5 e il 6 giugno c’è stato stato un conflitto a fuoco tra indios e polizia con circa venti vittime tra i poliziotti e ancora oggi non si conosce il numero esatto delle vittime tra i nativi, che comunque si aggira sull’ordine delle decine, e tutte le comunità native si stanno sollevando.
Abbiamo iniziato ad informarci e abbiamo appurato che tutto è partito dalla volontà del governo dell’Apra, guidato da Alan Garcia, di abrogare una norma della costituzione per rendere più facile l’accesso alle risorse della selva da parte delle imprese di sfruttamento minerario e petrolifero, anche contro la volontà della popolazioni native.
Contro il decreto centinaia di indios armati con archi e frecce presidiano barricate che bloccano tutte le strade.
La tensione è altissima. A loro si sono aggregati oppositori politici del governo in carica che stanno approfittando del grave momento.
I blocchi hanno paralizzato l’Amazzonia, in particolare la Selva Central, dove ci troviamo ora noi.
Noi siamo stati bloccati dai manifestanti a Pichanaki e con molte difficoltà ci siamo rifugiati nella chiesa cattolica.
A questo punto le ricerche scientifiche che pensavamo di fare con i nativi, sono state sospese e abbiamo concentrato tutte le nostre attenzioni sulla situazione e sulla realizzazione di attività di sostegno umanitario alle popolazioni locali convinti che azioni di pacekeeping e promozione del dialogo, accompagnati da fatti concreti, come la distribuzione di aiuti umanitari, siano la nostra vera priorità in questa circostanza così drammatica.
Così entrati in contatto con il sindaco della città di Pichanaki, un politico molto attento alle esigenze della popolazione e con una forte volontà di dialogo, che ci ha aiutato moltissimo.
Sentiamo forte il desiderio di aiuatare il dialogo tra le parti, convinti che la questione si possa risolvere pacificamente e non con un inutile bagno di sangue.
Adesso siamo scesi a Satipo per raccogliere altre informazioni.
Domani qui in Perù è un giorno decisivo. Il governo dovrebbe abrogare il decreto 1090 e la situazione potrebbe normalizzarsi, altrimenti nessuno può sapere cosa succederà.
Di sicuro noi in questo momento ci troviamo bloccati (per nostra scelta) nel territorio indigeno, aspettando l’evolversi della situazione e pronti per aiutare le popolazioni con aiuti umanitari e mettendoci al servizio del dialogo con esperienze di peacekeeping che abbiamo già acquisto in Africa Orientale.
Con me ci sono alcuni dei quadri dell’associazione Perigeo Onlus: Giorgio Marinelli, il presidente, Valentina Francia e Laura Bacalini, responsabili del settore comunicazione e progettazione. Con i fondi raccolti la Perigeo sta aiutando le popolazioni native.
Speriamo che domani il Peru conosca un giorno di pace e di riconciliazione e che i diritti dei nativi vengano rispettati.
Noi questa notte alle 4 partiremo per raggiungere via fiume un importante villaggio Ashaninkas sul rio Tambo per incontrare un missionario francescano e antropologo mio amico.
Cercheremo con lui di capire meglio la situazione e come possiamo aiutare meglio le popolazioni native.
Un grazie di cuore a quanti ci stanno sostendo.
Ashaninkas: una sofferenza che viene da lontano
http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/21/Peru_indios_uccisi_Sendero_co_0_9308216279.shtml
martedì 16 giugno 2009
Comunicato della Spedizione Ande del Nord
La Spedizione Ande del Nord invia questa comunicazione sulla situazione drammatica che stanno vivendo gli indios . Invito tutti coloro che la leggono a darne diffusione. E' importante che si venga a conoscere il più possibile cosa sta accadendo in quella parte del mondo.
La situazione è molto delicata perchè a Bagua ci sono stati forti scontri tra nativi e polizia con molti morti e in tutta la selva sta scoppiando una rivolta contro un decreto legge che dà la possibiltà alle imprese private di entrare nei territori indigeni, fino a questo momento tutelati dalla Costituzione.
La mattina seguente ci incontriamo con la mia amica Pilar Urbina, assistente sociale che assiste bambini di strada a Lima. Andiamo con lei nella casa d'accoglianza Giovanni Paolo I, dove ci sono orfani e tre ragazzi con ritardo mentale.
La casa e' molto povera e ci attiviamo subito per fornire una buona scorta di cibo e altri mezzi di prima necessita'.
Nel frattempo la situazione nella selva precipita. Gli indios stanno bloccando molte vie d'accesso
e alcuni settori sociali stanno fomentando grossi disordini.
Anche noi rimaniamo bloccati dai disordini, abbandoniamo il nostro pulman e raggingiungiamo la missione francescana. Qui sistemiamo il gruppo e usciamo di nuovo per raccogliere informazioni e per recuperare due zaini abbandonati. Nella missione la situazione e'molto tranquilla.
Entriamo in contatto con i nostri amici missionari a Satipo ma anche questa mattina i manifestanti (non indios) stanno bloccando tutto.
La gente si sta rifornendo di generi alimentari perchè nessuno sa quando dureranno i blocchi.
La speranza è che l'esercito non intervenga atrimenti qui sara' una strage. Spesso si incontrano gruppi di indios ashaninkas armati con gli archi e le frecce e con le pitture facciali. Urlano che sono pronti a morire tutti per difendere il loro territorio.
Quello che mi ha preoccupato molto e' la presenza tra loro di bambini e donne.
Il D.L. 1090 cerca di “ucciderci”, ha detto oggi Isabel Barbosa la dirigente Ashaninkas
della comunità. Il Decreto Legge 1090, come denunciano i nativi, permetterà di vendere la foresta a investitori stranieri.
Anche a Pichanaki c'è la volontà da parte degli indigeni di ribellarsi contro il decreto. Purtroppo gruppi di agitatori, non indios, o oppositori del governo in corso, si stanno infiltrando nelle manifestazioni peggiornado di molto la situazione.
"La Patria non si vende, la Patria si difende", ha affermato un capo Ashaninkas.
" L'aria non si vende. Se vendiamo questa aria o la natura e il territorio amazzonico, dove andremo a respirare, perchè questo è il polmone del mondo, e tutto il mondo respira questa aria".
Per difendere queste idee ieri qui nella zona di Pichanaki - da quello che abbiamo saputo - ci sono stati scontri, tra i peggiori, della giornata di ieri di tutto il Peru'.
Anche noi siamo stati testimoni di una situazione veramente incandescente.
Adesso aspettiamo di sapere quando possiamo muoverci per Satipo per raggiungere
la missione francescana.