giovedì 24 settembre 2009

Perigeo Onlus sulle orme di Tucci


E partita la spedizione in Himalaya sulle orme di Tucci organizzata da Arte Nomade in collaborazione con l’Associazione Perigeo Onlus.
L’Associazione Perigeo, inizia così in Nepal il progetto “Amici dal Mondo”.

La spedizione, guidata da Maurizio Serafini e Franco Borgani, ha il suo punto di partenza a Kathmandu, da dove proseguirà per Simikot, capoluogo della remota regione nord occidentale nepalese dell’Humla, ai confini con il Tibet.
Da Simikot avanzerà lungo la valle del Karnali, selvaggia e totalmente priva di strutture viarie.
Raggiungerà poi il piccolo villaggio di Chaugunphaya dove farà sosta per tre giorni per realizzare nell’unica scuola lo Scambio dei disegni promosso in questi anni dall’Associazione Perigeo.


Lo scambio dei disegni, un modo per aprire ai bambini finestre sui coetanei di altre parti del mondo grazie all’efficace e immediato metodo del disegno, opera in un ottica di scambio interculturale, utilizzando i disegni dei bambini per creare fra loro un canale di comunicazione.

Saranno raccolti disegni rappresentativi delle tipiche esperienze di vita quotidiana che verranno poi esposti in Italia e nei Paesi dove è attivo il progetto, finora scuole italiane, dell’Etiopia e della Groenlandia, ma presto anche i bambini Himalayani daranno il loro contributo.
Poi la carovana raggiungerà la frontiera con il Tibet, dove si snoderà gran parte del percorso sulle orme della famosa spedizione di Tucci del 1935.

Si raggiungeranno i luoghi sacri del lago Manasarovar e del Monte Kailash, e insieme ai pellegrini indù e buddisti, si ripartirà iper il mitico kora (anello) della montagna sacra.
Saranno quattro giorni di cammino in cui si raggiungerà il valico più alto dell’intero viaggio a quota 5.700 m.



E’ prevista poi la visita alle rovine degli antichi monasteri dell’antico Regno di Guge di Tooling e Tsaparang.

Infine ritorno a Kathmandu attraversando l’intero plateau meridionale del Tibet.

La spedizione si avvale della collaborazione dell’esperta guida himalayana Chandra Bahadur Gurung.

mercoledì 23 settembre 2009

Museo Giacomo Bove - conferenza sulla spedizione del Dirigibile Italia


Il Gen. U. Nobile e la Spedizione Polare del Dirigibile Italia

conferenza organizzata dall'Associazione Giacomo Bove & Maranzana
BRUNO (ASTI)
domenica 27 settembre 2009, ore 17.00 - palestra comunale.

Relazionano: Carlo Barbieri, Aldo Scaiano.

sabato 19 settembre 2009

Ancora Ammassalik

Bimbe inuit di Tinitequilaaq
Cè' un articolo del giornalista Giampiero Visetti che illustra onestamente la situazione degli Inuit di Ammassalik. Un articolo bellissimo e tragico, vorrei che tutti lo leggessero, e lo facessero leggere.
Esistono ancora nel mondo delle zone in cui da pochi anni è giunta la colonizzazione occidentale, ed ha iniziato ad eroderle nella loro essenza vitale. La regione di Ammassalik, nella Groenlandia orientale, è una di queste.
Sappiamo la fine subita dai nativi americani, siamo ben consci della fine che hanno fatto altre culture autoctone sotto la pressione della nostra colonizzazione. Tutti condanniamo questa pressione invadente, eppure, nello stesso attimo in cui ne abbiamo coscienza, questa pressione continuiamo ad esercitare sulle piccole popolazioni che ancora ne sono immuni.

Un controsenso radicato nella nostra cultura.

Sarebbe una bella cosa se tutti gli occidentali cercassero di conoscere le culture di queste piccole popolazioni, che hanno in sè la saggezza della libertà e delle grandi aspirazioni spirituali, per assimilarle alla propria e lasciarle poi libere di seguire il loro percorso.

Credo, alla fine, che queste popolazioni, se non vivono in condizioni di carestia e di sottosviluppo grave, abbiano solamente bisogno, da noi, di essere apprezzate.

Da Tasiilaq, Groenlandia orientale

Da Tasiilaq, capitale del distretto di Ammassalik, nella Groenlandia orientale, poco a sud del Circolo polare artico, Tobias Ignatiussen e Robert Peroni fanno sapere che a Tiniteqilaaq, piccolo villaggio di un centinaio di cacciatori e pescatori disperso fra i ghiacci alla testata del fiordo di Sermilik, nel mese di agosto un cacciatore è stato ostacolato dai volontari di Greenpeace durante la sua caccia nel fiordo.
Questo episodio mette in luce lo scollamento che esiste fra le posizioni degli ambientalisti e la realtà in cui vive la popolazione inuit della Groenlandia, per cui la caccia e la pesca rappresentano le uniche fonti di sussistenza.

Nella seconda metà del mese di agosto la Arctic Sunrise, la nave rompighiaccio di Greenpeace per gli studi ambientali nell'artico, si trovava nel fiordo di Sermilik per svolgere ricerche ambientali.
Secondo i rapporti degli inuit, i volontari di Greenpeace imbarcati su questa nave con un gommone di pattugliamento hanno varie volte girato intorno all’imbarcazione del cacciatore mettendo intenzionalmente in fuga le foche. In aggiunta, l'elicottero di Greenpeace ha volato più volte sulla barca con l'intenzione evidente di spaventarlo.
Il cacciatore a questo punto ha interrotto la caccia e, rientrato a Tinitequilaaq, ha denunciato l'episodio intimidatorio alla polizia di Tasiilaq (colloquio telefonico con il gestore della stazione Kristian Singertat datato 20-21.08.09).

Iris Menn, di Greenpeace, in risposta ha negato l'incidente attraverso il suo blog:
“La storia del cacciatore assediato è così paradossale e contro tutti i nostri principi, che mi sento di dire che è evidente che un tale incidente non è mai avvenuto.
Greenpeace non si è mai opposta alla caccia alle foche intesa come economia di sussistenza dei groenlandesi. Invece si è sempre dichiarata contro la caccia commerciale delle foche in Canada, dove ogni anno vengono uccisi circa 250.000 animali”.


Già negli anni '70 e '80 le campagne indifferenziate degli attivisti sui diritti dell'ambiente e degli animali sono costate care a molti cacciatori locali, in quanto venne loro tolta la base per la sopravvivenza.
Ora, il divieto votato dal Parlamento dell'Unione europea, che andrà in vigore a partire dal 2010, che proibisce in modo generale e indifferenziato il commercio delle pelli delle foche e dei prodotti derivati dalle loro parti, sta preoccupando non poco gli abitanti di Ammassalik.

Nonostante per i locali ci sia una deroga sulla caccia alla foca per mangiarne la carne, come faranno fronte – si chiedono - alle necessità economiche? La carne è il loro cibo – è vero - ma in che modo potranno guadagnare i soldi per acquistare vestiti, benzina, barche, energia elettrica? Con il divieto della vendita dei derivati ogni mezzo di sussistenza per loro è compromesso.
Qui ad Ammassalik, contrariamente a quanto avviene in altre parti della Groenlandia non vi è coltivazione alcuna, neppure in serra, le condizioni ambientali drammatiche non permettono nessun allevamento. Solo muschi e licheni colonizzano questo ambiente selvaggio di rocce e ghiacci.
Ciò costituisce la paura attualmente in crescita.

Da quando nell’ultima settimana di agosto Artic Sunrise ha attraccato nel porto di Tasiilaq, i 1800 abitanti vivono la presenza di Greenpeace con preoccupazione. Neppure l’invito a bordo dei bambini della scuola del luogo ha potuto mitigare l’inquietudine dei locali.
Alcuni cacciatori si sono posti di fronte alla nave di Greenpeace con le loro piccole barche in segno di protesta. Erano cacciatori venuti dai villaggi di Tiniteqilaaq, Isortoq, Sermiligaaq, Kummiut.

I cacciatori si sono dibattuti a lungo se tacere o insorgere uniti e pubblicamente contro l'opinione imperante, altamente diffamatoria, secondo cui rappresenterebbero un pericolo per l'ambiente.
Infine la preoccupazione per le loro famiglie e i loro figli ha portato a chiedere una dichiarazione mondiale e pubblica nella quale venga affermato che la caccia che praticano da oltre mille anni si svolge in equilibrio tra il loro sostentamento e la sopravvivenza delle specie quali foche, balene e orsi bianchi, e vogliono far sapere al mondo che al solo fine di fabbricare un vestito non ucciderebbero mai un animale, che rappresenta per loro l'unica garanzia di vita.

Greenpeace è certamente la voce e la guida più autorevole nel contesto internazionale per la tutela dell'ambiente. Gli inuit si aspettano dunque da Greenpeace una valutazione differenziata tra la caccia che svolgono per vivere, e le attività di interesse puramente monetario, come la caccia alle balene e alle foche, svolta in Canada e in altri paesi.

“In caso contrario resta loro solo l'assistenza sociale. Una cultura vecchia di 40 mila anni morirà. Migliaia di persone moriranno indegnamente” dice tristemente Robert Peroni, che ha speso gli ultimi 25 anni della propria vita per aiutare gli inuit “Spesso li vedo passare la sera e dire: Non riesco a mangiare. Non posso più lavorare. Devo andarmene”.

... Dove ...?

venerdì 4 settembre 2009

Addio Cerro Blanco?

La meravigliosa cascata del Cerro Blanco

Un interessante link sulla situazione del territorio e delle comunità amiche dove abbiamo condotto la Spedizione Ande del Nord.

Addio Cerro Blanco?

Invito tutti i visitatori di questo blog a leggerlo e a diffonderlo. Grazie.