martedì 29 luglio 2008

Rifinanziate le basi italiane in Antartide

La notizia che il Governo ha concesso un finanziamento di 13 milioni di Euro alla ricerca italiana in Antartide si rivela particolarmente importante, e dimostra l'interesse che nell'ambiente governativo si va manifestando verso la ricerca scientifica ai Poli, anche in considerazione che la presenza in Antartide rappresenta un investimento economico di grande portata per il nostro Paese, in vista del Trattato sullo sfruttamento dell'Antartide.

Da Il Corriere della Sera.it del 28 luglio:

MILANO - Si torna al lavoro in Antartide. Nelle basi Zucchelli e Concordia rientrano i nostri scienziati mandati a casa dopo che il passato governo aveva negato i finanziamenti necessari.
«Non possiamo disperdere il patrimonio accumulato negli ultimi vent' anni - dice Giuseppe Pizza, sottosegretario per l' Istruzione, l'università e la ricerca - soprattutto ora che gli studi nelle aree polari si rivelano sempre più determinanti per gli andamenti climatici.
Per quest' anno garantiremo quindi 13 milioni di euro, più un' altra quota da definire per l' anno polare».

Riprende dunque l' attività interrotta anche se a livello contenuto perché la sua realizzazione richiede una lunga preparazione impossibile senza le risorse.
Cinque ricercatori andranno nella base Zucchelli e una decina a Concordia, nata dalla cooperazione con la Francia. Altri dieci saranno presenti in programmi di vari Paesi. Assieme, inoltre, partiranno 44 tecnici garantendo le operazioni nell'estate antartica che si concluderà nel febbraio dell'anno prossimo.
Per il seguente inverno si possono nel frattempo preparare quattro scienziati che vivranno separati dal mondo a Concordia.
«Non possiamo venir meno ad accordi internazionali sottoscritti - aggiunge il sottosegretario Pizza - e a studi avviati nei quali abbiamo investito negli anni passati 500 milioni di euro. Per il nostro governo la ricerca in Antartide è strategica per le politiche ambientali e alimentari».
Una flotta aerea composta da un velivolo da trasporto Hercules, due monoplani ad elica e due elicotteri garantiranno i trasferimenti di uomini e mezzi. Non è invece disponibile la nave per le indagini marine perché si doveva predisporre ancora all'inizio dell'anno per averla operativa oggi.
Le risorse finanziarie ritrovate consentiranno di analizzare i dati raccolti con le perforazioni Andril e Taldice: la prima racconta la storia climatica degli ultimi 250 mila anni e la seconda l' evoluzione della calotta antartica e il suo influsso sul livello dei mari.
«Poi ci occuperemo di sismologia, meteorologia, fisica dell'atmosfera e installeremo anche il telescopio ad infrarossi da 80 centimetri di diametro preparato dall'Università di Perugia», precisa Carlo Alberto Ricci, presidente della Commissione nazionale per l' Antartide.
Da due anni i piani per il «continente bianco» erano bloccati e i nostri ricercatori si trovavano paralizzati, mentre la comunità internazionale dava il via all'Anno Polare, un' indagine approfondita che non aveva eguali da cinquant'anni.
«Anche da noi, come in altri Paesi - nota Ricci - sarebbe opportuno creare un organismo che dia continuità alle ricerche sui Poli. Adesso è necessario approfondire le conoscenze anche dell' Artico dove oltre al ritiro dei ghiacci si è aperta la corsa alle risorse naturali».
Le altre grandi nazioni impegnate sui fronti ghiacciati del Pianeta mantengono attivi una novantina di scienziati al Polo Sud e una ventina al Polo Nord.

Caprara Giovanni


lunedì 21 luglio 2008

Italia

Di ritorno in Italia, un breve riassunto sull'esito della Spedizione Saxum 2008, organizzata nell’ambito del progetto di ricerca “Carta dei popoli Artici” nella Groenlandia orientale.

Nei 30 giorni di permanenza è stato svolto un fitto programma di lavoro, che ha compreso, oltre ad una traversata dell’Inslandis e la prima salita di alcune montagne, esplorazioni glacio-speleologiche, ricerche etnografiche e prelievi di DNA della popolazione di Isertoq, un piccolo villaggio di cacciatori.
Dal punto di vista glaciospeleologico, è stato portato a termine un complesso lavoro di contatti con la popolazione della capitale Tasiilaq, e dei villaggi di Isertoq e Tinitequilaaq, che ci ha permesso di conoscere la condizione dei ghiacciai, la loro morfologia, i punti di accesso migliori e, non ultimo, di avere preziose informazioni sui luoghi dove si trovano i maggiori scorrimenti di drenaggio.
Robert Peroni ha dato preziose informazioni logistiche e messo a disposizione la sua profonda conoscenza dei luoghi segnalando in precisi ghiacciai nell'estremo nord del fiordo di Sermilik numerosi canali di drenaggio e di inghiottitoi.
Un altro partecipante alla spedizione, Davide Peluzzi, ha inoltre riferito di canali di drenaggio e inghiottitoi incontrati durante le sue passate esplorazioni nei ghiacciai del fiordo di Ittoqqortoormiit (in Danese: Scoresbysund), circa 800 Km più a nord del luogo dove stavamo operando.
Fondamentale per la conoscenza del territorio è stato infine l'aiuto dei pescatori Inuit, che ci hanno condotto numerose volte, spesso forzando la navigazione fra il pack e gli iceberg, fino alle testate dei fiordi di Sermilik e di Sermiligaq, che rappresentano un formidabile bacino di raccolta per decine di lingue glaciali che fluiscono dalla calotta polare.
Queste rapide prospezioni ci hanno permesso di localizzare ed osservare numerose lingue glaciali con le caratteristiche ottimali per la formazione dei mulini (pendenza, estensione, spessore della massa glaciale) e che possono essere avvicinate senza l'utilizzo di elicotteri.

Grazie a questa spedizione organizzativa, oggi noi sappiamo, nella veste di speleologi, come muoverci in Groenlandia, quale è il momento dell'anno migliore, chi contattare per il noleggio delle barche, ma, soprattutto, dove andare a cercare gli inghiottitoi per le future esplorazioni.
In subordine, abbiamo compiuto una accurata prospezione in un complesso montuoso/glaciale completamente inesplorato, non solamente dal punto di vista speleologico, fatto di per sè abbastanza normale, quanto, in senso più ampio,“geografico”.

domenica 6 luglio 2008

Islanda



Stiamo alcuni giorni in Islanda, io, Gianluca Frinchillucci e Giorgio Marinelli per visitare il ghiacciaio Vatnajokull.

Ancora Sermilik

Navigazione difficoltosa sul Sermilik.
Una decina di chilometri più avanti il mare si chiuderà completamente, impedendoci di oproseguire.
Cadono così le nostre speranze di raggiungere la testata del fiordo per condurre qualche giorno di esplorazioni in una zona ancora più remota e inesplorata.

venerdì 4 luglio 2008

Tiniteqilaaq

Bambini Inuit


A Tiniteqilaaq siamo arrivati al Finis Terrae.
Oltre Tiniteqilaaq solo pack e iceberg, e poi catene di montagne e ghiacciai inesplorati che si stendono per centinaia di chilometri verso nord.
Questo villaggio, di soli 130 abitanti, lascia respirare l'aria dell'ultima frontiera, dove ogni miracolo è possibile , dove ogni miraggio può venire realizzato.
Bambini meravigliosi che sono diventati nostri amici. Una piccola popolazione che resta nel ricordo di una vita.

giovedì 3 luglio 2008

Sermilik


Il campo esplorativo è terminato. Questa mattina presto, verso le tre, una ultima corsa sull'altopiano, a guardare il primo sole, e poi giù a smontare le tende.
Verso mezzogiorno è arrivata la barca che ci porterà per un paio di giorni al villaggio di Tiniteqilaaq.
Abbiamo fatto una puntata verso la testata del fiordo di Sermilik, sempre chiuso dai ghiacci, con la speranza di trovarlo, complici venti compiacenti... transitabile, o quanto meno con la possibilità di forzare un passaggio fra i ghiacci.
Ma anche questa volta Sermilik non si è smentito.
Resti di pack, e iceberg staccatisi dai ghiacciai alla sua testata lo avevano completamente sigillato.