venerdì 15 aprile 2011


Dal 16 aprile al 31 maggio
al Museo Nazionale dell'Antartide
Genova - Porto Antico - Palazzina Millo
è in mostra
la Groenlandia di Ammassalik

La mostra è divisa in due aree espositive.
Una dedicata al centenario del raggiungimento del Polo sud e al centocinquantenario della nascita di Nansen, e una alla Groenlandia di oggi.


Ha il patrocinio dell'ambasciata di Norvegia, del Museo Nazionale dell'Antartide, del Fram Museum di Oslo, dell'Istituto Geografico Polare S. Zavatti, dell'associazione Circolo Polare di Milano.

Le fotografie della sezione Nansen-Amundsen sono state messe a disposizione dal Fram Museum.
La mostra è curata da Aldo Scaiano per la sezione storica, e da Ottorino Tosti per la sezione Groenlandia di Ammassalik.

Ammassalik, terra di ghiacci, rocce e fiordi a filo del Circolo Polare Artico, fu raggiunta dagli occidentali per la prima volta nel 1884.

Inospitale per le particolari condizioni ambientali e climatiche, ha sempre permesso solamente una debole economia di sussistenza, basata sulla raccolta di bacche, di mitili, di pesca e di caccia alla foca.
Cosicchè gli inuit di Ammassalik, soffocati da un'economica globale che non lascia spazio alle culture autoctone, si trovano oggi in balia di una crisi economica e sociale che prova duramente la loro cultura originaria e le loro condizioni di vita, e li sta conducendo all'estinzione.

Se questa piccola comunità scomparisse, scomparirebbe l'ultima vera cultura inuit presente sul Pianeta, ricca di miti, leggende, tecniche di navigazione in mare e di movimento sul ghiaccio: loro infatti sono gli eredi degli inventori del kayak, della slitta trainata dai cani, e di numerose altre tecnologie adatte a sopravvivere negli ambienti artici.

(Nansen: la prima traversta della Groenlandia nel 1888
Foto gentilmente concessa dal Fram Museum di Oslo per la mostra '150anni di Esplorazioni Polari')

Lo scopo della Mostra è quello di far conoscere questa piccola popolazione, ed incrementare il flusso turistico, unica forma possibile di economia in questa terra obiettivamente inadatta ad ogni tipo di coltivazione od allevamento.

Un particolare ringraziamento lo voglio rivolgere a quanti mi sono stati vicini ed hanno collaboratoro alla preparazione della mostra:
A Michele Lepera, e Francesca Baroncelli che sono stati con me in Ammassalik nel 2010 e sono stati folgorati dai suoi paesaggi e dai suoi abitanti per le bellissime fotografie messe a disposizione.
A Michele Lepera ancora, che ha curato la parte grafica con mirabile maestria, riuscendo a trasmettere le atmosfere di quel mondo ancestrale.
A Marco Montecroci di Kailas Viaggi per le fotografie e parte dei testi informativi.


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